L’alienazione genitoriale nelle coppie conflittuali
Nel corso della mia carriera come avvocato divorzista a Bologna, mi sono resa conto che, nelle coppie altamente conflittuali, è facile che i figli vengano coinvolti nella relazione dei genitori, schierandosi con uno di loro.
In tal modo, si crea un rapporto genitori-figli patologico.
Il figlio avrà con un genitore un rapporto di tipo simbiotico, per proteggersi dalla sua pericolosità, e nei confronti dell’altro genitore mostrerà un vero e proprio rifiuto.
Pur apparendo sereno, il figlio avrà un funzionamento mentale gravemente danneggiato e gli effetti si manifesteranno alla fine dell’adolescenza.
In presenza di rapporti equilibrati, entrambi i genitori cercano di agevolare la frequentazione del figlio con ciascuno di loro ma quando ciò non avviene, ci troviamo di fronte ad un problema che mina il sano sviluppo psicofisico del bambino.
Un bambino ha diritto ad avere due genitori uguali, ma la verità è che quando questo non avviene bisogna intervenire subito, altrimenti, in seguito nemmeno noi avvocati matrimonialisti a Bologna abbiamo strumenti per poterlo fare.
Tempo fa, come avvocato per separazione a Bologna, ho affrontato un caso in cui un minore di soli dieci anni ha deciso di non aver alcun tipo di contatto con il padre.
In questi casi, se non si interviene immediatamente con gli strumenti giusti, come ammonimenti e altri provvedimenti ad hoc, si rischia di trovarsi di fronte a situazioni radicalizzate, difficili da modificare.
Il punto di vista della Cassazione in merito all’alienazione genitoriale
Per la Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza 13274/2020, l’alienazione genitoriale, considerata dal punto di vista del figlio come sindrome di alienazione parentale, non esiste.
Questa sentenza esclude che possano essere adottati provvedimenti riguardanti la tipologia di affidamento, nel caso in cui un minore rifiuti di incontrare un genitore senza una valida ragione.
O meglio, nella sentenza si chiarisce che si esclude che il predetto rifiuto possa essere la conseguenza di un abuso o di un maltrattamento sistematico ad opera del cd genitore alienante.
Secondo la Cassazione, il rifiuto del figlio non si può considerare come una vera e propria patologia perciò non può esistere neppure il comportamento alienante.
In realtà, come avvocato matrimonialista a Bologna, ritengo che ogni caso andrebbe valutato in modo da accertare se tali comportamenti oggettivi sono o non sono stati posti in essere, utilizzando i comuni mezzi di prova, incluse le presunzioni.
Infatti, a prescindere o meno dall’esistenza della patologia cosiddetta sindrome da alienazione parentale, esiste in concreto la condotta del genitore alienante e la reazione del minore all’altro genitore.
È importante rammentare che uno dei requisiti dell’idoneità genitoriale è dato dalla capacità di preservare la continuità delle relazioni parentali tra il figlio e l’altro genitore.
Occupandomi di separazione consensuale a Bologna, credo occorra sempre ricercare una soluzione perché un figlio che cresce rifiutando l’altro genitore dovrà sempre fare i conti con il malessere che gli deriverà dalla violazione del suo diritto alla bi-genitorialità.